I bambini imparano ciò che vivono


L’educazione come specchio del quotidiano

La poesia conosciuta in Italia con il titolo “I bambini imparano ciò che vivono” è in realtà un testo originariamente scritto in inglese da Dorothy Law Nolte, con il titolo Children Learn What They Live. Composta nel 1954 per una newsletter scolastica e registrata ufficialmente nel 1972, questa poesia è diventata in breve tempo un testo simbolo nel panorama dell’educazione infantile e della riflessione pedagogica, grazie alla sua immediatezza e alla verità universale che esprime:

I bambini non ascoltano quello che diciamo. Osservano quello che facciamo.

Con poche righe essenziali, Nolte riesce a restituire una visione profonda del modo in cui i bambini apprendono: attraverso l’esperienza vissuta, l’atmosfera relazionale, l’osservazione costante degli adulti di riferimento. L’infanzia, secondo questa prospettiva, è un tempo assorbente e formativo, in cui il bambino registra più con il cuore che con l’intelletto. Le parole passano, ma gli esempi rimangono.


📌 La poesia

Tradotta in decine di lingue, la poesia è spesso affissa in aule scolastiche, studi pedagogici, consultori, studi di psicoterapia familiare. Il suo linguaggio diretto e concreto la rende accessibile a chiunque, eppure non semplifica mai il messaggio: le esperienze educative quotidiane sono determinanti per la costruzione dell’identità emotiva, sociale e relazionale di un bambino.


📘 Il libro

Nel 1998, ormai più che sessantenne, Dorothy Law Nolte decide di ampliare il significato della poesia trasformandola in un libro, scritto insieme alla psicoterapeuta Rachel Harris:

“Children Learn What They Live: Parenting to Inspire Values”, tradotto in italiano come I bambini imparano ciò che vivono.

Nel libro, ogni verso della poesia diventa il punto di partenza per un capitolo tematico. Ogni capitolo affronta una dimensione dell’educazione (come la fiducia, la critica, la giustizia, la vergogna, l’apprezzamento…) proponendo spunti concreti e riflessioni su come l’adulto possa, attraverso il proprio stile relazionale, favorire o ostacolare lo sviluppo sano del bambino.

L’approccio non è prescrittivo ma ispirazionale. Lontano da manuali rigidi o tecnicismi educativi, il libro invita alla consapevolezza, alla coerenza tra valori e azioni, alla responsabilità emotiva dell’adulto.


🔹 Perché leggerlo

I bambini imparano ciò che vivono è un testo che si presta a molteplici letture: può essere un riferimento per genitori, un compagno di riflessione per insegnanti, una base per percorsi di formazione e supervisioni cliniche.

Pur nella sua semplicità, è un libro che restituisce dignità al lavoro educativo quotidiano, spesso sottovalutato o dato per scontato. Ricorda che ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio ha un peso nella vita di un bambino. E che l’ambiente relazionale che lo circonda è il primo, vero contesto di apprendimento.

È un libro che non invecchia, perché non è legato a una moda educativa o a un paradigma teorico specifico. Parla un linguaggio universale: quello dell’esempio.


In sintesiI bambini imparano ciò che vivono non è solo un libro, ma un invito silenzioso ma potente a guardare con attenzione a ciò che ogni giorno si trasmette. Perché educare, in fondo, non è dire: è essere.

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