Percorsi di Psicoterapia

Il percorso di psicoterapia e di vita alla fine è solo un viaggio che va dalla riflessione sul proprio essere alla consapevolezza dei mostri interiori fino alla liberazione nel volo libero della farfalla.

Di cosa mi occupo

Psicoterapia per adulti ​

La salute e il disagio mentale, la luce e l’ombra, sono due facce inseparabili della medaglia chiamata vita. Nella vita si possono talvolta provare emozioni che difficilmente sono gestibili se associate a traumi, lutti, malattie, abusi, separazioni, maltrattamenti, problemi economici, trascuratezza, senso di inadeguatezza. Ed ecco arrivare attacchi di panico, fobie, ansia sociale, somatizzazioni e malattie. Le persone più fragili, se non aiutate, spesso si perdono dentro questo gomitolo di emozioni. Per qualcuno arriva la malattia mentale, per i più resta un forte disagio di vivere. Spesso sento dire “ a cosa serve parlare? me la cavo da solo” oppure “chi mi conosce meglio di me? cosa vuoi che mi possa dire un’estraneo che io già non so di me”… La psicoterapia è un percorso dove l’individuo si apre ad un terapeuta che cercherà di capire le origini dei malesseri che il soggetto vive nel suo presente. Troverà connessioni e traumi, pensieri distorti e routine comportamentali che alimentano il disagio. Sono poi applicate, a seconda della formazione dello specialista, tecniche e metodologie che offrono al paziente strumenti per una rilettura della propria vita e per affrontare al meglio le sfide del presente.

Il percorso di psicoterapia e di vita alla fine è un viaggio che va dalla riflessione sul proprio essere alla consapevolezza dei mostri interiori fino alla liberazione nel volo libero della farfalla.

Adolescenza

Dopo il Covid nulla è più stato come prima, soprattutto per loro, gli adolescenti e i giovani. Spaesati, impauriti, carichi d’ansia e di rabbia. Nessuno ha pensato realmente alla fragilità di chi si stava ancora formando, a questi esseri che di socialità si nutrono per crescere e sopravvivere a se stessi e al mondo degli adulti così ostile e avverso. Sono stati mutilati di una fetta importante di vita e ora ne vediamo le conseguenze.
Diversi studi e ricerche rilevano come una gran fetta di adolescenti e giovani abbiano difficoltà a dare un senso ciò che provano, facciamo fatica a controllare il proprio comportamento, provano rabbia, presentano disturbi del sonno e dell’attenzione, reagiscono con atti di autolesionismo o tentativi di suicidio ad emozioni che non riescono a comprendere e gestire. Oggi più che mai il sostegno psicologico per adolescenti e giovani ragazzi è diventata una necessità impellente e improrogabile nel suo essere accolta.

Bambini e Famiglie

Quando mi portano in studio un bambino io dico sempre alle famiglie che il lavoro per superare traumi e difficoltà lo faremo io e il mio piccolo paziente, ma il lavoro più grosso spetterà ai genitori che vivono con lui la quotidianità. La terapia di un bambino non può prescindere dall’aiuto alla famiglia e dal sostegno alla genitorialità. Ma come riconoscere quando è il momento di chiedere aiuto ad un terapeuta? I bambini possono manifestare il loro disagio attraverso una serie di sintomi quali ansia, agitazione, difficoltà nell’alimentazione, cefalee e dolori addominali, problemi del sonno ma anche tramite una serie di problemi comportamentali come regressioni stadi dello sviluppo precedenti, difficoltà scolastiche, scoppi di ira, aggressività, difficoltà di attenzione e iperattività.

Attraverso la psicoterapia si cercherà di modificare la condotta sintomatica del bambino ed i conflitti psicologici e relazionali sottostanti ma anche di coinvolgere la famiglia in questo percorso affinché l’intero sistema torni a funzionare senza che nessuno dei suoi membri diventi il catalizzatore dell’intera sofferenza.

Tecniche di rilassamento e Training Autogeno ​​

Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento che consente di raggiungere il totale benessere fisico e psichico attraverso una serie di esercizi da svolgere mentalmente su specifiche porzioni corporee Esso viene utilizzato soprattutto per migliorare la gestione emotiva; in ambito clinico è utile per alleviare tutta una serie di disturbi psicosomatici indotti dallo stress e, in ambito sportivo, per migliorare l’approccio dell’atleta alla performance.

“Training” vuol dire “allenamento”, “autos” vuol dire “da sè” e “genos” significa “che si genera”, perciò l’etimologia della denominazione della tecnica permette di spiegare meglio i suoi obiettivi, tutti volti a rendere la persona che si sottopone a tale pratica in grado di produrre da se un allenamento al rilassamento, al cambiamento psicologico e al controllo di alcuni stati fisici, attraverso una crescente capacità autonoma di “autosuggestione” che inizialmente viene guidata e insegnata da un esperto.
Il compito del terapeuta è quello di illustrare progressivamente il metodo, supervisionare il lavoro individuale del paziente e favorire l’elaborazione del vissuto che emerge durante l’apprendimento degli esercizi. Attraverso una corretta acquisizione della pratica del T.A. e di altre tecniche di rilassamento possiamo agire su tre livelli:

  1. livello fisico: migliorare lo stato di benessere e di salute generale
  2. livello fisiologico: favorire un riequilibrio del Sistema Nervoso Vegetativo e del Sistema
    Endocrino, entrambi strettamente connessi ai vissuti emotivi
  3. livello psicologico: aiutare a riequilibrare le proprie reazioni negative migliorando anche
    alcuni vissuti psicologici.

Traumi ​

La parola trauma deriva dal greco (τραῦμα ) e significa “ferita”. In psicologia clinica si parla di trauma come esito di qualsiasi tipo di esperienza che abbia messo a repentaglio l’incolumità e la sopravvivenza fisica e/o psicologica della persona. “Per trauma in psicopatologia intende un’esperienza minacciosa estrema, insostenibile, inevitabile, di fronte alla quale un individuo è impotente.” (Hermann, 1992b; Krystal, 1988; Ven der Kolk, 1996) Le esperienze traumatiche spazzano via le difese psichiche e penetrano nella mente senza che quest’ultima riesca a contenerle e a elaborarle.

Tra le conseguenza di questo tipo di esperienze, siano esse grandi traumi ( eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti etc.) che traumi derivanti da esperienze soggettivamente disturbanti come storie di accudimento deficitario, umiliazioni, problemi di varia natura con le figure di accudimento, troviamo disturbi d’ansia, depressione, evitamento di situazioni, senso di inadeguatezza, disturbi dell’identità e fratture emotive. La sofferenza emotiva che scaturisce da ricordi, sogni, flashback ,reattività fisiologica in risposta ad esperienze attivatrici (trigger) che simboleggiano o assomigliano al trauma è talvolta talmente insostenibile che il soggetto potrebbe tentare atti estremi per porre fine a questa sofferenza. Non tutti gli eventi avversi sono traumatici e non tutti gli eventi traumatici generano sintomi post-traumatici e sofferenza psicologica intensa.

Tuttavia quando alcuni eventi fanno sperimentare al soggetto un senso di pericolo per la vita (anche il bambino non adeguatamente accudito può percepire la propria vita in pericolo) si possono innescare delle risposte fisiologiche di difesa che restano attive più del necessario lasciando il soggetto “congelato” nel tempo del trauma in un continuo rivivere le sensazioni, le emozioni e i pensieri di allora fino a perdere talora il contatto con il presente. Avviene a questo punto una frattura nella narrazione di se stessi nella linea del tempo che va dal passato attraversa il presente e si proietta nel www.mammanonurlare.com futuro.

PNEI

La psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) integra le conoscenze acquisite dall’endocrinologia, l’immunologia, le neuroscienze e la psicologia. La salute e la malattia vengono studiate seguendo un modello di ricerca che considera il corpo umano come un’unità strutturata e interconnessa in cui i sistemi psicologici e biologici si influenzano reciprocamente.

Nell’ottica PNEI, molti fattori possono influenzare la salute mentale e tra questi troviamo il coinvolgimento del sistema endocrino che media gli effetti dello stress ambientale sulla salute mentale. Anche l’alimentazione riveste un ruolo importante in quanto canale attraverso cui l’ambiente influenza la fisiologia: molte ricerche hanno dimostrato che elementi quali probiotici, olio di pesce, zinco, hanno un effetto positivo sui disturbi mentali divenendo così possibili agenti adiuvanti nel trattamento. “Ci sono crescenti prove scientifiche che mostrano che modifiche nell’alimentazione hanno forti effetti sia positivi che negativi sulla salute nel corso della propria vita” – ha scritto l’Organizzazione Mondiale della Salute in un documento del 2003 suggerendo il ritorno della centralità della nutrizione per la salute umana

L’asse intestino-cervello ha guadagnato un posto di primaria importanza nella ricerca neuroscientifica che ne sottolinea la relazione bidirezionale: il cervello controlla la sensazione di fame e sazietà e l’intestino influenza la modulazione del comportamento sociale, le emozioni e la risposta allo stress. Il quadro si è completato ulteriormente con lo studio del microbiota intestinale. Numerosi neurotrasmettitori (GABA, dopamina, noradrenalina, acetilcolina) vengono rilasciati dal microbiota e, attraverso la circolazione sanguigna e in modo particolare il nervo vago, raggiungono il cervello. Le alterazioni del microbiota intestinale sono state correlate a disturbi dell’umore, ansia e depressione, schizofrenia, disturbo bipolare, anoressia nervosa, e altre patologie neuropsichiatriche. Anche l’attività fisica può attenuare lievi sintomi depressivi, mentre uno stress prolungato aumenta il rischio di psicopatologia. Complessivamente, l’approccio PNEI offre una serie di strategie per la prevenzione e il trattamento anche nel campo della cura della salute mentale.

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