Paradossi e traumi della crescita durante il periodo dell’adolescenza: riflessioni dalla conferenza del Prof. Massimo Ammaniti in occasione del Congresso nazionale EMDR

Paradossi e traumi dello sviluppo in adolescenza: riflessioni dalla conferenza di Amaniti

L’adolescenza è un periodo di trasformazioni profonde, contraddizioni e scoperte: un’età in cui il sé si costruisce tra continui paradossi e potenzialità traumatiche. Questo è stato il cuore della conferenza tenuta dal professor Ammaniti, incentrata sulla complessità dello sviluppo adolescenziale.

L’adolescenza come spazio di paradossi

Ammaniti ha aperto la sua riflessione mostrando un quadro di Picasso del 1969, intitolato “Adolescente”, un’opera che sintetizza in modo straordinario le contraddizioni e la complessità di questa fase della vita. I colori asimmetrici dei capelli, le mani in posizioni differenti, le scarpe dalle forme opposte, gli occhi che guardano in direzioni diverse e la foglia di alloro sulla fronte rivelano la molteplicità dei sé e la coesistenza di visioni contrastanti che caratterizzano l’adolescenza.

Come osserva Ammaniti, ogni adolescente deve affrontare queste asimmetrie interne con coraggio, in un percorso che non è lineare ma intrecciato, segnato da ostacoli, avventure e momenti di incertezza.

Accelerazione e prolungamento dell’adolescenza

Uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi decenni riguarda la precocità della pubertà e la prolungata durata dell’adolescenza. Se in passato l’adolescenza iniziava intorno ai 13 anni, oggi la pubertà può manifestarsi già a 10-11 anni, anticipando l’ingresso dei ragazzi in dinamiche sociali, emotive e sessuali complesse. Parallelamente, il consolidamento dell’identità si sposta sempre più avanti, prolungando la fase adolescenziale fino all’età adulta giovane.

Il sé multiplo e la dissociazione

Ammaniti richiama le riflessioni di Bromberg: il sé dell’adolescente è decentrato, oscillante tra più prospettive e stati mentali. Il sé infantile, il sé del gruppo dei coetanei, il sé introverso e quello proiettato verso il futuro convivono in maniera non lineare. Questa molteplicità di sé può portare alla dissociazione, intesa come meccanismo di difesa naturale di fronte all’ansia, distinta dalla dissociazione traumatica.

Il narcisismo, spesso frainteso come patologico, assume in adolescenza una funzione evolutiva: valorizzare se stessi e il proprio sé, cercando riconoscimento e somiglianza negli altri, prima di accettare la differenza e la diversità.

Il ruolo del corpo e dei traumi

Con l’adolescenza, il corpo, un tempo integrato alla mente, può diventare estraneo e fonte di ansia. La ricerca di controllo, possesso e desiderio del corpo proprio è centrale e può manifestarsi in comportamenti estremi, come nell’anoressia e l’autolesionismo . Allo stesso tempo, l’adolescenza può far emergere traumi infantili, creando un’ipercondensazione tra vecchie e nuove esperienze traumatiche.

I paradossi sociali e digitali

Oggi gli adolescenti vivono in una “grande prateria”: hanno molte opportunità, accesso a esperienze sociali, sessuali e culturali, ma questa libertà genera anche dubbi, ansia e senso di colpa. L’ingresso degli smartphone e dei social network ha accentuato questa complessità: da un lato stimolano interazioni sociali, dall’altro possono impoverire la regolazione emotiva, favorire solitudine e isolamento, e aumentare la dipendenza emotiva dall’approvazione altrui.

Il gruppo dei coetanei: palestra di identità e rischio

Il gruppo dei pari rappresenta un elemento centrale dello sviluppo. Esso favorisce la maturazione, il confronto e la costruzione dell’identità, ma può anche essere fonte di trauma attraverso il bullismo o l’esclusione. Studi di neurobiologia mostrano come il cervello adolescenziale reagisca in modo più intenso alle percezioni degli amici e dei coetanei rispetto a quelle dei genitori, a causa di un sistema limbico molto attivo e di una corteccia prefrontale non ancora matura.

Accettare i paradossi: l’insegnamento di Winnicott

Il grande pediatra e psicoanalista Donald Winnicott sottolinea come l’accettazione dei paradossi sia fondamentale nello sviluppo adolescenziale. Essere soli pur essendo in presenza degli altri, mantenere un legame con il passato infantile pur cercando autonomia, oscillare tra grandiosità narcisistica e bisogno di appartenenza al gruppo: tutti questi paradossi sono necessari per la crescita e per l’elaborazione delle proprie esperienze emotive.

Conclusione

L’adolescenza è un’età di complessità e contraddizioni, in cui i paradossi non solo devono essere tollerati, ma diventano motore di sviluppo. Ammaniti ci ricorda, citando lo scrittore Paul Nizan: “Avevo vent’anni, non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.” L’adolescenza non è facile, ma attraverso il riconoscimento, la comprensione e la valorizzazione dei suoi paradossi, può diventare un percorso ricco di maturazione, resilienza e scoperta di sé.

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