Le esperienze dolorose non elaborate possono congelare la persona nel trauma. Cosa accade? I sentimenti dolorosi vengono bloccati e soffocati attraverso una serie di “distrazioni “ che invadono la vita del soggetto in modo eccessivo.
Abuso di alcolici alla sera o nei fine settimana
Mangiare in modo eccessivo e dedicarsi al cibo ipercalorico anche quando non si ha fame
Fare esercizio fisico in modo compulsivo e porsi obiettivi esagerati
rifiuto della solitudine. Vengono mantenute relazioni tossiche.
L’uso eccessivo dei social media e lo scrolling compulsivo senza pensieri
Disagio nello stare fermi e necessità di avere sempre dei progetti da realizzare
Lo shopping compulsivo, anche online, per acquistare cose spesso inutili e poco necessarie. Tante volte le persone si indebitano
Diventare maniaci del lavoro e non porsi dei limiti, compresa la disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7
Abuso di sostanze stupefacenti, psicofarmaci,fumo e caffè.
Ecco le “distrazioni” della mente.
Invece di rischiare di soffermarsi su un qualche tipo di esperienza profondamente spiacevole ci si abbufferà di zuccheri o carboidrati, ci si eserciterà, lavorerà per lunghe ore , ore che possono essere trascorse a guardare mille serie televisive o a stare sui social. Insomma, ci si butterà su qualsiasi cosa possa lenire, calmare o distrarre la mente da quelle emozioni e dal dolore.
Meccanismi difensivi quali la dissociazione (distacco) o la negazione sono alla base dell’orientamento verso queste “distrazioni”.
La psicoterapia può aiutare a superare questi traumi e i conseguenti comportamenti problematici. Può richiedere un po’ di tempo e molto lavoro, ma alla fine è un’alternativa più sana all’ abuso di sostanze (o qualunque altro veleno) per aiutare a silenziare il trauma.
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, anzi. Denota la forza e il coraggio di voler uscire da una situazione di disagio.
Che fare mentre si attendono i risultati del percorso di psicoterapia ? Ecco alcune strategie alla portata di tutti:
meditazione: iniziare con delle piccole meditazioni guidate, che aiutano a ricentrarsi su di se attraverso il respiro
uscire all’aria aperta, camminare a piedi nudi su un prato, sdraiarsi a guardare il cielo, annusare l’aria di una mareggiata, coltivare delle piante…il contatto con la natura ha un forte potere terapeutico
organizzare degli incontri con amici, un caffè, un aperitivo o una cena, non importa cosa ma importa socializzare perché la socializzazione aiuta il processo di guarigione
rimettere se stessi come priorità: accettare fragilità e riconoscere forze personali, essere consapevoli della necessità di un cambiamento.
fare un’attività motoria (yoga, nuoto, camminata…) meglio se con degli amici.
dipingere scrivere fotografare , usare qualsiasi mezzo per esprimere se stessi, per dare voce alle proprie emozioni.