GELOSIA DEL PRIMOGENITO.

Quando mi capita di lavorare con bambini che hanno fratelli o sorelle più piccoli, la maggior parte delle volte negano di provare sentimenti di gelosia. 


Provare gelosia è normale e tra le diverse emozioni che un bambino ha provato nella sua vita  probabilmente è la prima volta che compare.

Essendo qualcosa di nuovo, spesso indefinito, sono i genitori e gli adulti di riferimento che hanno il compito di trasformarla in qualcosa di più gestibile ed affrontabile.

Per affrontarla al meglio dobbiamo considerare innanzitutto che  la gelosia non va negata ma accolta e riconosciuta. I bambini si sentono “cattivi” se hanno pensieri di rabbia verso i nuovi arrivati, spesso vengono sgridati per piccoli dispetti oppure viene richiesta una maggior responsabilità in quanto fratello più grande.

E’ invece importante far vedere al bambino che è accettato anche quando prova emozioni spiacevoli e che ciò che  sente è naturale e  umano.

Il primogenito teme di perdere l’amore dei propri genitori e la diminuzione delle attenzioni  esclusive per lui è un forte campanello di allarme. L’amore di un genitore per un bambino è assolutamente vitale per sopravvivere a livello emotivo, fisico e psichico.

E’ allora importante ascoltare il bambino e rassicurarlo sul costante affetto che si prova  per lui, dedicargli delle attenzioni esclusive come ad esempio la serata pizza con lui anche solo di un genitore per volta. Gli spazi esclusivi sono importantissimi anche se faticosi per i genitori. 

Se il fratellino maggiore  vive una fase di regressione, per cui torna a fare la pipì a letto o smette di mangiare autonomamente, non si veste più da solo, non fatene una tragedia, è solo una fase: i bambini possono regredire quando affrontano importanti cambiamenti nella loro vita. 

Il primogenito potrebbe anche manifestare comportamenti aggressivi e ostili nei confronti sia degli adulti, soprattutto la mamma, come espressione del suo timore di essere abbandonato e  non amato, sia verso il nuovo arrivato.  Tali comportamenti vanno accolti, non arrabbiatevi, ma sappiate dare rassicurazione del fatto che tali timori non sono realistici e non si avvereranno mai.

Se il bambino mostra ostilità verso il secondogenito, soprattutto quando entrano in gioco il tema della condivisione degli oggetti, dei tempi e degli spazi, è importante che i genitori riconoscano al maggiore il diritto di difendere il proprio territorio”, fisico e psichico.

Quando i bambini sono più grandi risulta vincente la strategia di creare degli spazi circoscritti dove i fratelli hanno  un luogo preciso in cui mettere i giochi personali e le proprie cose, luogo  che ogni bambino ha il diritto di non condividere con l’altro  fratello. Esiste poi un luogo terzo, dove ci sono i giochi in comune e dove  la regola della condivisione è prestabilita e non negoziabile.

Infine è  importante evitare di fare paragoni tra i fratelli, per non fomentare la competizione, e di responsabilizzare troppo il maggiore. Spesso se ad essere il fratello maggiore è una bimba si tende a sollecitare l’istinto materno dandole piccole mansioni di cura del nuovo arrivato. Può essere un atteggiamento utile e importante ma fate attenzione perchè se la bambina si propone troppo spesso come “baby-sitter” potrebbe celare delle emozioni che non riesce ad esprimere e cercare di riparare alla propria gelosia prendendosi cura del nuovo arrivato. Oppure potrebbe essere un modo per avere l’attenzione positiva dei genitori sacrificando il proprio vissuto percepito come non adeguato. 

Per esperienza posso assicurarvi che non appena viene spiegata la normalità del sentimento, magari raccontando anche aneddoti personali della propria infanzia, i bambini si sentono rassicurati e più in grado di esprimere e gestire la propria gelosia. 

Piccola precisazione sul pre: 

Al fine di  favorire la relazione tra il primogenito e il nuovo arrivato già dalla gravidanza, è meglio evitare di descrivere il fratellino o la sorellina in arrivo come un compagno di giochi con cui si potranno fare tante cose dato che, almeno all’inizio, non potrà essere così.

Il bambino  potrebbe sentirsi deluso ed ingannato nel vedere che per molto tempo il piccolino non farà altro che mangiare, piangere, dormire, dormire piangere e mangiare. 

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