LA NANNA DEI BAMBINI

Parlando con molti genitori risulta evidente che il problema del sonno (loro e del bimbo) è molto vivo. Inizialmente il bambino ha dei risvegli notturni determinati dal bisogno di essere nutrito ma il ritmo del sonno piano piano (a partire dai tre mesi)  si va modificando e certi piccoli accorgimenti possono favorire una “nanna” più serena. Risulta importante però tenere bene a mente che ogni bambino ha un suo particolare ritmo sonno veglia ed una specifica personalità fin dalla nascita. Non bisogna quindi preoccuparsi se il figlio dell’amica dopo un mese dorme tutta la notte mentre il vostro dopo un anno scambia ancora il giorno con la notte.    

Ecco le domande che i  genitori mi pongono con maggior frequenza

Quanto deve dormire un bambino?

Non c’è una risposta standard in quanto il bisogno di sonno di un bambino varia a seconda dell’età e dipende anche dalla personalità, dai ritmi biologici, dalla salute, dall’attività fisica, dalle condizioni emotive e dell’ambiente.

Ritmo sonno veglia dei bambini:

  • 0-3 mesi notte e giorno non fa differenza. Il b. arriva a dormire anche 20 ore svegliandosi ogni 3-4  ore per la poppata.
  • 6-12 mesi: Il b. dorme ininterrottamente per 6- 7 ore durante il giorno è sempre più sveglio anche se necessita di un paio di riposini che generalmente vengono fatti al mattino e dopo pranzo. Questo secondo riposino non deve durare più di due ore altrimenti c’è il rischio che alla sera il b. faccia fatica a prendere sonno o che si svegli durante la notte. Se un b. di 6 mesi  si sveglia di notte per chiedere cibo o attenzioni non lo fa per un bisogno fisiologico ma solo per abitudine. Non bisogna quindi abituare a mettere qualcosa in bocca al b. non appena piange. Il pianto del b. inoltre può avere molti altri significati, perché attribuirgli sempre quello della fame?
  • A due anni la percentuale di sonno notturno resta la stessa mentre scende di mezz’ora il bisogno di sonno diurno. Tra i 2 ed i 3 anni il bambino dovrebbe abbandonare l’abitudine del sonnellino a meno che non ne dimostri la necessità attraverso alcuni segnali come lo strofinarsi gli occhi durante il giorno, dormire molto nei week  end, fatica al risveglio, mancanza di energia e sonno durante la giornata, irritazione.
  • A tre anni basta un’ora di sonno diurno e undici di sonno notturno, a 4 anni 11,5 ore di solo sonno notturno e a 5 anni 11 ore sempre di solo sonno notturno.

Durante il sonno l’organismo produce l’ormone della crescita e quindi è chiaro che un sonno sereno è fondamentale per uno sviluppo sano e regolare.

Tornando a questo punto agli accorgimenti d prendere per favorire il sonno del bambino essi devono sempre tener presente le diverse abitudini soggettive e legate alla fascia d’età. Innanzitutto l’ambiente deve essere sano e confortevole, la stanza non deve essere ne troppo fredda ma neppure surriscaldata (18- 20 ° sono la temperatura ideale), non circondare il bimbo di peluches, tappeti e favorire la respirazione con un deumidificatore. . Di notte non ci devono essere luci e rumori mentre durante il giorno la mamma può svolgere con tranquillità le proprie attività, lasciare il telefono attaccato, sentire la tv o la radio ad un volume basso, lasciare le persiane aperte in modo da permettere al bambino di abituarsi alla luce naturale e non avere in seguito problemi al nido o durante eventuali viaggi.  

Indici della mancanza di sonno cronica nel bambino: 

  • Fa fatica a svegliarsi alla mattina
  • Dorme fino a tardi nei week end
  • È spesso irritabile, nervoso, piagnucoloso
  • È spesso disattento, impulsivo, impaziente
  • A scuola o all’asilo si addormenta sul banco oppure a casa prima di cena crolla
  • Si strofina gli occhi
  • È iperattivo

Nei genitori troviamo sensi di colpa, insicurezza, accuse reciproche di viziare il bambino, senso di frustrazione nei confronti del problema, senso di impotenza e di fallimento, profonda stanchezza fisica e psicologica. I frequenti risvegli del lattante sono invece un richiamo al nutrimento.

Dai 9 mesi in poi un bambino può essere talmente eccitato dalle sue attività che fa fatica ad addormentarsi. Molti genitori aspettano che il bambino crolli dal sonno per metterlo a dormire. Questo, come vedremo poi, è un errore. Il forte livello di stress potrebbe però rendere faticoso l’addormentamento o far dormire male il b. 

Il b. ha bisogno di coerenza nell’educazione che riceve e questo vale anche per il dormire. Generalmente è meglio fissare un orario della nanna e aderirvi il più possibile. Se il b. è grandino si può stabilire una routine composta da un avvertimento che tra un po’ si va a dormire in modo da consentirgli di finire i suoi giochi. L’eventuale uso di un timer (impersonale) riduce il conflitto tra b. e genitori. Se il b. fa storie non far sembrare l’andare a letto come una punizione ma consentirgli ancora dieci minuti di gioco oppure proporgli la lettura di una favola scelta da lui. Gli si può far scegliere anche il pigiama da indossare o il pupazzo da portare in modo da aumentare le possibilità di collaborazione. Mai imporsi ma ribadire che ci sono delle regole da seguire per il suo bene. Se il b. obbedisce ringraziarlo con un rinforzo positivo (un abbraccio, un complimento..). Eventualmente lasciare che il b. giochi da solo nel suo lettino in attesa del sonno.  

A CHE MESE LO SI PUO’ METTERE A DORMIRE DA SOLO? 

A partire dal terzo mese.A partire da questo periodo il b. inizia anche a mutare il proprio ritmo biologico di tre o quattro ore in quello di 24 e i periodi di sonno notturno si allungano. 

COSA PROVOCA L’INSONNIA INFANTILE? 

Una scorretta acquisizione dell’abitudine al sonnoCome per ogni altro insegnamento, è importante che i genitori creino nel b. una abitudine al sonno. Per fare questo bisogna attenersi il assolutamente a poche ma fondamentali regole.  

1)  DIMOSTRATEVI SICURI, TRANQUILLI, RIPETITIVI NEI GESTI E NEI MODI 

2) NON ADDORMENTATELO VOI, DEVE RIUSCIRCI DA SOLO. 

Generalmente l’istituzione di un rituale aiuta i bambini ad avere sonno all’ora decisa per andare a letto. Si Consiglia di mettere a dormire il bambino tra le 20 e le 20.30 in inverno e tra le 20.30 e le 21 in estate, orario in cui il cervello del b. si predispone al sonno. Gli adulti si servono dell’orologio per capire che è quasi ora di avere sonno mentre i bambini no, per questo serve una sorta di segale che li predisponga alla notte. Il rituale lo ripaga inoltre del senso di perdita che il b. vive quando lascia i genitori e le sue attività per dormire. Concludendo la giornata con un momento felice ed associando l’ora della buona notte con esperienze positive, il b. scivolerà nel sonno sentendosi sicuro e sereno.  Il rituale può essere istituito a partire dai 3 mesi. Il rituale può durare anche un’ora e comprendere il lavarsi, mettersi il pigiama, lavarsi i dentini, il racconto di una favola in una stanza che non sia quella del b. e poi l’ultima visita al vasino o al rubinetto per bere, sotto le coperte e ultimi rituali (preghierine, ninna nanna), bacino e luci spente.

Se il bambino riceve attenzione solo in questa occasione certamente cercherà di prolungare il momento dell’andare a dormire.

I genitori non devono far addormentare il bambino perché se si abitua alla presenza attiva di mamma o papà difficilmente riuscirà ad addormentarsi autonomamente. Mamma e papà possono essere sostituiti da un oggetto rassicurante.

Associare il dormire a degli oggetti esterni che non verranno mai cambiati aiuta il b. ad acquisire l’abitudine al sonno.Quando il b. si sveglia nel corso della notte è importante che trovi la medesima situazione che ha lasciato addormentandosi. Per questo motivo si sconsiglia di essere presenti quando si addormenta (se associa l’addormentarsi al giretto in braccio lo reclamerà anche nel cuore della notte, se lo associa alla poppata la reclamerà sempre…), di addormentarlo fuori dal suo lettino,e  gli si propongono degli oggetti rassicuranti che troverà sempre vicini 

COSA NON FARE PER ADDORMENTARLO: 

  • Cantare
  • Dondolarlo nella culla
  • Cullarlo tra le braccia
  • Dargli la mano
  • Passeggiare in carrozzina
  • Toccarlo o lasciare che ci tocchi i capelli
  • Accarezzarlo
  • Dargli il biberon o allattarlo
  • Metterlo nel letto grande
  • Lasciarlo stancare finchè non crolla
  • Dargli da bere

Quando il bambino si sveglia durante la notte è giusto cullarlo tra le proprie braccia per farlo riaddormentare? 

Sarebbe meglio rassicurarlo solo verbalmente e se lo si prende in braccio  il trattamento non deve essere prolungato e deve consentire solo la tranquillizzazione del piccolo. Una volta tranquillizzato lo si ripone nel suo lettino anche se non si è riaddormentato.  

Tra i sei mesi ed i due anni e mezzo si può mettere un b. nel proprio lettino e lasciarlo senza correre in dietro se si mette a piangere, anche se il pianto si prolunga. Un comportamento ignorato nel tempo si estingue. Da evitare se il b. sta attraversando un momento difficile (inserimento al nido, trasloco, malattia).Se i genitori dedicano una buona attenzione al b. durante il giorno questo metodo non causerà alcun danno psichico.Sono i genitori quelli che patiscono di più questo sistema. Guai però a correre dal b. dopo un po’ che piange…imparerebbe che a strillare si ottiene l’attenzione.

Quando un neonato piange non offritegli subito la poppata altrimenti assocerà il risveglio al cibo. Accertatevi che non sia sporco, che non abbia freddo, che non abbia solo voglia di contatto. Un neonato dopo una adeguata poppata resiste due ore e mezza/tre senza cibo. Sempre per il b. fino ai 3 mesi nel momento in cui non dorme lo si prende in braccio e lo si sveglia completamente in modo da indurlo a stabilire un ritmo sonno veglia. Il b. infatti deve imparare a capire la differenza tra i due diversi stati. Per i b. più grandi non sgridare il b. e non offrire rinforzi positivi (coccole, fiaba, …). Spesso un modo di attirare l’attenzione è il vomito.Se sono escluse altre cause e la cosa si ripete evitare anche in questo caso di mostrare la propria apprensione e far fare al b. quello che desidera. Cambiate il bambino e il lenzuolo per poi rimetterlo subito a dormire. Dopo i 2 anni e mezzo il b. è in grado di capire delle spiegazioni. Non si piange, non si urla e non si va nel lettone, la notte è fatta per dormire. Questa regola deve essere ribadita con fermezza, senza sgridare ma anche senza coccolare, tutte le volte che il b. si sveglia e reclama attenzione.

 Se un genitore non riesce a sopportare il pianto del b. o se per qualsiasi motivo non lo si può lasciar piangere allora sarà meglio predisporre una branda nella stanza del b. dove andrà a dormire il genitore quando il b. si sveglia. Dopo tre notti dove il genitore ha dormito col b. questi dovrebbe essere rassicurato e il genitore proverà a dormire nel suo letto. Se il b. piange provare con la tranquillizzazione verbale.  

15 MESI: MOMENTO CRITICO, PERCHE’? 

Perché due pisolini diurni possono essere troppi ma uno è poco e il b. diventa irritabile e stanco, modifica i propri ritmi anche nel mangiare. Questo momento di scompenso si risolve entro un paio di mesi e al b. basterà solo il pisolino dopo pranzo.Se il b. dorme tende a dormire per più di 2 ore bisogna svegliarlo. Tenete presente che per 15-30 minuti, anche se ha ben riposato, potrà avere un umore irritabile. Questo pisolino è meglio non eliminarlo fino ai 4 anni per non far arrivare il b. troppo stanco alla sera. Un sonno troppo profondo può dar luogo a fobie notturne o sonnambulismo.  

A PANCIA IN SU O IN GIU? 

Per decenni si è consigliato ai genitori di far dormire i b.  a pancia in giù per ridurre il rischio di soffocamento in caso di vomito. Oggi si è scoperto che in realtà il rischio di morte in culla aumenta se il b. è in questa posizione. Se per necessità il b. deve dormire a pancia in giù sarà utile girare la testolina di lato, questo per permettere una miglior ossigenazione del b.  

LETTONE SI O LETTONE NO? 

No se  deve diventare una abitudine, si come trasgressione alla regola in quanto promuove il senso di benessere emotivo del b., consolida il legame del b. con i genitori. Per le mamme che allattano può essere una comodità.Se però diventa abitudine può portare a disturbi del sonno, ad una eccessiva dipendenza, sarà difficile modificare in seguito l’abitudine.Impedire che il b. prenda il posto di un genitore nel letto.  

COSA FARE SE CI SONO ALTRI BAMBINI 

Quando la differenza di età tra i due b. supera i 2 anni è opportuno mettere a letto prima il più piccolo

E’ SEMPRE UNA CATTIVA ABITUDINE AL SONNO LA CAUSA DEI DISTURBI? 

Solo per un 2% può essere di derivazione psicologica. Cambiamenti nelle abitudine, nascita di un fratellino, cambiamento di scuola, separazione dei genitori, visione di un film…possono disturbare il sonno del bambino. Non si modificano le abitudini ma si rimuove la causa.  

E LE COLICHE? 

Le coliche spariscono tra il quarto ed il quinto mese quindi dopo questo periodo non sono la causa dei disturbi. Non insorgono mai solo di notte e non si risolvono quando si prende in braccio il bambino. Se il neonato piange e si calma subito quando lo prendete in braccio il problema allora non sarà una colica. 

SI POSSONO USARE DEI MEDICINALI? 

L’insonnia non è una malattia. 

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