6-24 mesi:
A partire dai 6 mesi con il suo picco massimo all’anno di età è presente l’angoscia di separazione (fase normale dello sviluppo). Il bambino la riesce a gestire nella giornata (gioca, si distrae) ma alla notte fa fatica. Il bambino teme che se un genitore si allontana sia per sempre.
A 2- 3 ani dovrebbe scomparire. Se il bimbo piange quando il genitore si allontana di giorno e si tranquillizza quando di notte lo raggiunge, vuol dire che ancora soffre di questa angoscia.
Per prima cosa è importante che il genitore non si mostri troppo ansioso lui all’idea di separarsi. Mostrarsi tranquilli quindi, non tirare per le lunghe i saluti, non mostrarsi preoccupati. Quando si torna dal bambino niente baci e abbracci ma solo un sorriso rassicurante.Se il piccolo non dorme e vuole essere tenuto in braccio vale il metodo della brandina, il bambino si rassicura e non vorrà più controllare i genitori facendosi tenere in braccio.
Se il bambino continua a reclamare la presenzasi può provare con la “desensibilizzazione sistematica”: Bisognerà interporre tra genitori e bambino una distanza sempre maggiore finchè non avrà bisogno della loro presenza per addormentarsi. Se ad esempio dorme nel lettone mettere il lettino vicino al letto dei genitori, se si l’adulto si addormenta accanto al lettino del figlio èconveniente che si metta su una sedia, se già lo faallora è utile che si metta nel corridoio. Perseverare finchè il b. si abitua alle nuove condizioni è la regola di base.Un po’ alla volta dve poi avvenire l’allontanamento fisico. Se il bambino chiama non andare in camera ma rassicurarlo a voce dal posto dove ci si trova.
2 – 5 anni:
Le paure notturne in questo caso possono essere determinate dall’incapacità del bimbo a stabilire un confine tra realtà e fantasia.
A 1 ANNO il bambino ha frequentemente paura delle ombre, del buio e dei rumori forti
2 ANNI ha paura dei rumori della casa, della presenza di animali immaginari
3 ANNI mostri, fantasmi, esseri sotto al letto.
4 ANNI rapitori e ladri
5 ANNI morte, incidenti e malattie
Un improvviso aumento delle paure può essere determinato da un cambiamento significativo (scuola, trasloco) o da stess (igiene rigida, aspettative eccessive)
Mai prendere in giro il piccolo o ridicolizzare le sue paure. La paura per il bambino è reale. Non essere nemmeno iperprotettivi per non rinforzare il comportamento timoroso
Si può aiutare il bambino a dare un nome alla sua paura, non portarlo via dalla stanzetta per non confermare che ha agione a temere di qualcosa, non promettere protezione da eventuali mostri per non confermare la loro esistenza, ricordare le misure protettive che avrete preso, insegnategli a difendersi dagli estranei, mostrategli le bellezze nascoste in una notte stellata, parlategli di chi di notte sta sveglio per lavoro, fategli usare la fantasia come arma, fargli fare col pongo i personaggi che lo spaventano e farglieli distruggere, fargli conoscere le sue paure (ad esempio cos’è un temporale). Usare la desensibilizzazione e avvicinare sempre più il b. al suo oggetto fobico (il buio, il temporale..) e utilizzare la promessa di un premio se il bambino resiste alla paura e non vi chiama.
Di giorno si possono fare giochi che aiutano il b. ad affrontare le sue paure (giocare ad esempio a nascondino in casa oscurando le camere, fare il trenino e guidarlo nelle stanze buie, fare delle sfide su quanto si resiste al buio..)
Se il b. fa dei brutti sogni (sono frequenti) spiegargli che sono solo un modo normale per cacciare via da noi delle cose che ci tormentano, che sono dei cattivi pensieri che scappano.
Dopo i 4 anni glieli si può far rappresentare graficamente e poi distruggere il disegno
Il terrore notturno è diverso dall’incubo e non sveglia il b. Solitamente insorge nella prima parte del sonno (l’incubo nella seconda metà della notte), insorge durante il sonno non REM (l’incubo nel sonno REM), non è legatoai sogni, il b. resta addormentato (l’incubo lo sveglia), il b. si agita, grida e si calma alla fine della crisi (nell’incubo sta fermo e si sveglia urlando), il b. rifiuta la consolazione (se è incubo la accetta), il b. non ricorda l’episodio (l’incubo sì), il b. riprende a dormire tranquillamente (dopo un incubo teme il riaddormentarsi).
COSA FARE
Restare calmi. Coccole e abbracci indicati per l’incubo peggiorano la situazione, non provare a svegliarlo(se si sveglia diventa cosciente delle sensazioni provate e potrebbe terrorizzarsi di più)
Basta solo stargli vicino e vegliarlo.Con la maturazione dl sistema nervoso questo fenomeno è destinato a scomparire.
Se il b. continua a non volerne sapere di abituarsi a rimi di sonno regolari bisogna solo rispettare il suo ritmo e la sua predisposizione. Crescendo si avvicinerà al nostro modello.
SONNAMBULISMO
Frequente spt nei maschi. La predisposizione è ereditaria. Si manifesta da una a tre ore dopo l’addormentamento e dura dai 5 ai 20 min. Nella forma più leggera il b. si siede al bordo del letto e mugola, le varianti più complesse fanno vagare il b. per casa. Nella maggior parte dei casi gli occhi sono aperti e fissi, il volto inespressivo. Come per i terrori notturni si tratta di un disordine del risveglio dovuto a immaturità del sistema nervoso centrale.
Quando l’attacco di sonnambulismo ha inizio il b. non sta ancora sognando.
Stanchezza eccessiva, febbre, malattia, dolore, farmaci possono dare il via a questo fenomeno.
Il b. non va svegliato e spt non va svegliato in modo brusco ma vigilato affinché non si faccia male e se è il caso basta solo chiamarlo dolcemente. Se pensate che l’essere sonnambuli sia qualcosa di spaventoso lo penserà anche lui, se pensate che è un normale momento di maturazione anche il b. sarà più sereno.
INSONNIA
E’ il segnale che il b. sta lottando contro qualcosa che lo turba emotivamente.