La situazione di rischio sociale che più mi preoccupa è il maltrattamento dl bambino all’interno della sua famiglia.
Spesso come psicologa mi sono trovata di fronte a problemi di questo genere, a volte conclamati, a volte solo sospettati.
Esiste la possibilità che l’assistente sociale invii i genitori presso un centro dove si insegna il massaggio infantile, esiste anche la possibilità che questi genitori si trovino a faccia a faccia con uno psicologo dal quale si sentono giudicati e che spesso temono se il suo ruolo è quello di consulente per il Tribunale. Come psicologa ritengo che il massaggio possa diventare un tramite tra il professionista e questi genitori vittime dei loro comportamenti, un mezzo di lavoro che va verso e non contro la persona.
Il genitore che maltratta il figlio ha già formulato da sé un giudizio negativo su sé stesso ma il dolore che spesso ha accompagnato la sua esistenza non gli consente di uscire dal circuito maltrattamento – senso di colpa. Il massaggio offre a questi genitori un nuovo modo di mettersi in contatto con il bambino, aumenta la loro autostima (sono anche loro in grado di offrire qualcosa al figlio) ed ogni cambiamento che avverrà nel bambino potrà condizionare anche il loro comportamento successivo.
Il supporto a questi genitori è molto delicato, paziente (spesso saranno oppositivi, scontrosi, ostili), bisognerà rassicurarli sulle loro paure e sottolineare costantemente le loro qualità. Chi insegna il massaggio si porrà come modello positivo da imitare ogni volta che non reagirà alle provocazioni fastidiose che questi genitori metteranno in atto (se io non reagisco ai loro “fastidi” anche loro impareranno a trattenersi quando vengono infastiditi dal bambino).
Per quanto riguarda le altre situazioni a rischio sociale ritengo che il massaggio infantile possa essere molto utile nel caso di adozioni o affidamenti.
Per quanto riguarda il bambino adottato, credo che attraverso il massaggio si possano superare tutta una serie di problemi che nascono dalla mancanza di intimità con il nuovo arrivato, dalla mancanza di un vissuto importante legato all’attesa di un bambino concreto e non del suo fantasma come accade invece nelle lunghe “gestazioni” che si concludono con l’adozione.
Il massaggio permette ai genitori di conoscere il loro bambino, di toccarlo, di sentirlo loro. Le emozioni possono essere trasmesse, gli sguardi si possono incrociare, l’intimità diventa possibile soprattutto se il bambino non è più un neonato. La madre potrebbe vivere come frustrante il non poter allattare il bambino e sentirsi in qualche modo in colpa per questo. Il massaggio le consente di nutrire il bambino di amore come ogni altra madre.
Per quanto riguarda il bambino in affidamento il discorso si fa più complicato. Il bambino avrà sicuramente sofferto, non sarà quasi certamente un neonato, la sua richiesta di essere amato sarà enorme. Il massaggio può restituirgli parte di quanto la vita gli ha tolto attraverso le cure che i genitori affidatari sono in grado di offrirgli.
Questo modo di prendersi cura di lui creerà nel bambino delle basi sicure con cui affrontare le future difficoltà che la vita gli porrà.