LA TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA

LA TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA 

La teoria clinica della RET attribuisce importanza preminente al fatto che gli individui tendono a pensare in modo irrazionale , ad avere convinzioni irrazionali, ad usare male i principi della logica e del ragionamento, a formarsi una visione del mondo, una filosofiche hanno poco o nulla a che vedere con la realtà obiettiva dei fatti così come possiamo concepirla. In tale modo ci si procurano emozioni e stati d’animo spiacevoli e si mettono in atto comportamenti disadattanti ed a volte autolesivi.La maggior parte delle emozioni si producono e si mantengono molto spesso in strettissima relazione con i processi del dialogo interno o con le frasi ripetitive che si svolgono a livello più o meno consapevole nei sistemi cognitivi dell’individuo. Ne consegue che allora uno dei modi in cui si potrebbero controllare le emozioni inappropriate o inutilmente spiacevoli sembrerebbe quello di  controllare i pensieri e le idee che le accompagnano, che le provocano o che le sostengono cambiando le frasi ripetitive o i termini del dialogo interno che ne sono alla base.  

 PRINCIPI BASE DELLA RET 

  1. Le cognizioni ( pensieri, idee, convinzioni) rappresentano la più importante determinante delle emozioni.
  1. Gli stati  emotivi disfunzionali e patologici dipendono in larga misura da processi cognitivi disfunzionali ( esagerazione, ipersemplificazione, ipergeneralizzazione, illogicità, false premesse, etc.) definite IDEE IRRAZIONALI.
  1. La maggior parte di tali idee rientra in quattro categorie fondamentali:

Esagerazioni delle conseguenze negative di una situazione. 

Pretese poco o niente affatto realistiche verso se stessi, gli altri, gli eventi. 

Giudizi sul valore umano di se stessi o degli altri. 

L’arbitraria definizione in termini di bisogni, necessità ed esigenze dei propri desideri e     preferenze. 

4.       Esistono degli antecedenti eziologici dei pensieri irrazionali tra i quali primeggiano le influenze     ambientali e l’indottrinamento culturale. 

5.              Malgrado l’importanza delle influenze eredo – ambientali  nell’acquisizione dei “disturbi “          psicologici , esse non rappresentano il motivo o la causa principale del loro mantenimento. Le      persone perpetuano i  loro disturbi mediante un processo di auto – indottrinamento, di          continua       auto – propaganda. Le idee irrazionali possono venire cambiate, anche se cambiarle costa fatica. Il processo di cambiamento richiede infatti un attivo e persistente sforzo allo scopo di riconoscere, contestare e         riformulare gli elementi irrazionali del pensiero, nonchè un lavoro diretto sulle emozioni inappropriate ed un continuo esercizio dei comportamenti più adeguati e funzionali. 

Di fronte ad ogni convinzione sulla realtà bisogna chiedersi: ”QUALI PROVE LA SOSTENGONO?”  ed imparare  a verificare le proprie ipotesi mediante prove accurate ed operazioni logiche.In certi casi bisogna inoltre aumentare la  tolleranza alle frustrazioni capendo come l’evitamento dei disagi, dei dispiaceri e dei dolori attuali ed immediati possa impedire il realizzarsi di scopi ed obiettivi importanti e desiderati o desiderabili  nel prossimo o nel prevedibile futuro.Inoltre è bene imparare  a valutare le nostre azioni, il nostro comportamento , le nostre prestazioni  e non noi stessi, la nostra “essenza” ed il nostro “essere”, quindi VIVERE E GODERE DI NOI STESSI INVECE CHE CERCARE DI DIMOSTRARE O CONVALIDARE NOI STESSI. 

IL SISTEMA DI CONVINZIONI:   Insieme di concetti, principi, idee e pensieri che                                                   risultano collegati tra loro in modo tale da influenzarsi e rinforzarsi reciprocamente, non necessariamente in modo coerente o logico, ma quasi sempre fortemente  assertivo. 

LE IDEE IRRAZIONALI: Gamma di concetti, idee, pensieri di natura                                      irrazionale, illogica, non realistica, superstiziosa  o magica. 

Una delle principali forme di pensiero che si riscontra frequentemente è il pensiero assolutistico o dogmatico che si esprime con i concetti di dovere, esigenze, necessità, bisogno. Il concetto di dovere si può articolare in vario modo ed unirsi ad altri concetti  non solo di esigenza e di bisogno ma anche di catastroficità, insopportabilità, accusa, condanna, etc.Un’altra forma di pensiero irrazionale riguarda il concetto  di valore personale intrinseco.Pensieri, emozioni e comportamenti  rappresentano delle prestazioni estrinseche, modi di funzionare più o meno bene che nulla hanno a che vedere con il puro fatto di esistere.L’ errore che molte persone fanno consiste nel trasferire alla natura intrinseca di un essere umano  (o di se stessi) valutazioni o giudizi che invece riguardano esclusivamente tali prestazioni estrinseche.La RET non ha nulla contro le tendenze di auto – realizzazione e di auto – affermazione degli individui, ma sostiene l’opportunità di distinguere  definizioni e valori. In caso contrario, se ad esempio una persona si considera dotata di valore solo  perché le sue prestazioni risultano buone, si espone al rischio inutile e frequente di  considerarsi privo di valore quando le sue prestazioni non risultano buone. Allora, invece di cercare di migliorarle, si procurerà sofferenze che aggravano le difficoltà di prestazione. Molte convinzioni irrazionali si possono raggruppare in poche categorie che prendono più o meno le seguenti forme: 

  1. Qualcuno o qualcosa non  “dovrebbe” avvenire o comportarsi come invece sta obiettivamente accadendo – il che equivale a  pretendere che le cose, il mondo o l’universo non “dovrebbero” esistere come effettivamente  esistono ma “dovrebbero”  assumere un’altra esistenza secondo i miei desideri.
  1. Siccome le cose non vanno come desidero io, allora si tratta di una situazione “orribile”, ”terribile”, ”catastrofica”.
  1. “Non sopporto”, ”non posso tollerare” che qualcosa avvenga o qualcuno si comporti come io decido che  “non si dovrebbe fare”.
  1. Siccome io o qualcun altro abbiamo commesso o commettiamo qualche “orribile” errore, e siccome questi errori “non si devono” commettere (non ci si deve comportare come ci stiamo comportando), allora non abbiamo valore e meritiamo di essere “condannati” e possiamo legittimamente venir definiti “colpevoli”.

A conferma del carattere pervasivo del concetto di dovere, le quattro categorie potrebbero venir facilmente ridotte a tre maggiori ideologie: 

  1. Io mi DEVO comportare bene e DEVO venire approvato dagli altri altrimenti divento (sono) uno che non vale nulla. Questa ideologia porta a stati d’animo di depressione, ansia ed indegnità.
  1. Gli altri si DEVONO comportare bene verso di me, altrimenti diventano (sono) persone che non valgono nulla.         Questa ideologia porta a stati d’animo  di  ostilità e forte rabbia.
  1. Le cose DEVONO andare in modo che io possa ottenere tutto quello che voglio senza fatica, altrimenti il mondo diventa (è)  uno schifo e la vita non sembra (non è) più degna  di essere vissuta. Questa ideologia porta a stati d’animo di bassa tolleranza alla frustrazione e di autocommiserazione.
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